giovedì 13 settembre 2012

INCONTRI 5: TENTACOLI


Sembra incredibile, ma non lo è.
Tutto capitò una mattina di tanto tempo fa, il sole era tiepido e il mare liscio come l’olio; remavo piano con due lenze a mare, quando una s’inchioda come se avesse incocciato su roccia…
mollai i remi imprecando un po’, così, per non lasciare nulla al caso; 
presi la canna in mano, piegata in due dallo sforzo, per capire quale ostacolo avesse incontrato: ramaglie, tronchi, pietre, ogni sorta di relitto: ma ho sentito cedere e provai il recupero lento: piano, piano per evitare strappi.
A qualche metro dalla barca vidi l’ostacolo aggrappato sull’esca, impegnato nella lotta contro questa forza ignota che lo trascinava  in superficie: un polpo!
Mentre avvicinavo il salaio la canna si spezzò: era troppa la tensione; col moncherino di canna ancora in mano e le imprecazioni che scivolavano dolcemente sulle acque immobili, avvolsi il salaio sulla sua sagoma scura e lo issai a bordo.
Il mio viso si distese in un sorriso…  non era lui che volevo: volevo la seppia.
Lo misi nel secchio e cominciai a parlare con lui: beh, più che un parlare era una sgridata:
cosa ci faceva laggiù, come faceva ad essere così zuccone da avventarsi su un gambero finto, cosa pensava di mangiare da quel finto boccone di plastica…
e mentre parlavo, lui, uscito dal secchio, si muoveva sulla barca come fosse sua; scivolava sui paioli, sino alla prua, per poi tornare verso di me: boh, forse non m’ascoltava e cercava soltanto la via per tornare al suo mare.
Mentre  gli parlavo, ripristinai alla meglio quel che restava della canna e la rimisi in pesca; fu allora, nel momento in cui mi rigirai verso l’amico, che mi accorsi di una macchia scura sul bordo del gozzo;
misi gli occhiali per vedere meglio:
ca…voli! Due numeri ed una figura, sul fondo bianco del bordo… 61 e la figura di un asino con la parrucca…
ancora boh!
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Dopo un po’ riuscii a comprendere: il polpo mi stava prendendo in giro: sei un ase!

Sino ad allora mi ero imposto di non prelevare più di un polpo all’anno e non perché non mi piacessero, anzi, sono buonissimi: belin, faccio una insalata di polpo che mette i tentacoli da quanto è buona…
semplicemente perché sono simpatici e ritengo siano anche molto intelligenti;
pensa che una volta, mentre facevo apnea, mi sono trovato faccia a faccia con un polpetto (octopus vulgaris da non confondere con octopus macropus la polpessa); era nei pressi della sua tana e lui, spaventato, arretrava verso di essa; arrivato quasi all’ingresso, con due vette, ha tirato su un sasso piuttosto piatto e ne ha fatto uno schermo, uno scudo, appoggiandolo poi sui bordi della sua tana, come fosse il portoncino. In quel momento, dalla mia bocca, entravano e uscivano pescetti da tanto era aperta; ho bevuto anche un sacco, perché ho tirato una boccata d’acqua: che pesce!
Da quella mattina ho deciso che li avrei sempre rilasciati (gli octopus vulgaris).
Mentre si allontanava dalla barca, mi sembrò che salutasse, ma forse era solo un vaffanculo. Come dargli torto.

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