giovedì 29 novembre 2012

INCONTRI 6: ATHENE NOCTUA

tre quarti di luna
chissà se arriva la fortuna

tre quarti di bue
anche un pezzo, meglio due

tre quarti di somaro
chi la dispensa è certo avaro

tre quarti di palla
forse ho un corvo sulla spalla

tre quarti al tocco
chi l'aspetta è proprio sciocco

tre quarti di luna...
ero assorto in pensieri fortunelli quando...
tre quarti di luna
a volte la civetta è inopportuna...

...quando ho sentito, oltre al corvo sulle spalle, la presenza di una curiosa spettatrice...
sembrava interdetta, ma forse era solo il suo sguardo standard notturno.
heilà bella, le ho detto, interrompendo quei pensieri a tre quarti; che c'hai da guardare?
credo stesse per rispondermi, quando una nube nera come la pece, ha coperto tre quarti di luna, quelli luminosi!
e non l'ho più vista.
che culo! anzi che fortuna.


sabato 24 novembre 2012

LINO CAGNOLEGNO

QUESTO POMERIGGIO (DEVO ANCORA CAPIRE IL MOTIVO DELLE MIE AZIONI), HO PRESO LA SCALA E MI SONO ARRAMPICATO SULLA PARETE DOVE HO PIAZZATO LA MENSOLA DEGLI ILLEGGIBILI. HO CHIUSO GLI OCCHI E NE HO PESCATO UNO A CASO... IN REALTA' HO MARMELLATO, PERCHE', SENZA FARMENE ACCORGERE, HO APERTO UN OCCHIO E HO CAMBIATO IL LIBRO CON UN ALTRO, ANCORA PIU' ILLEGGIBILE... CHISSA', FORSE CERCAVO DI FLAGELLARMI.
DIMENTICAVO: LA MENSOLA DEGLI ILLEGGIBILI E' POSTA AD UNA QUOTA DI 3,80 ML S.L.P. CHE STA PER SOPRA IL LIVELLO DEL PAVIMENTO.
BELIN, LA FACCIO SEMPRE LUNGA... COMUNQUE, MI FLAGELLAVO LEGGENDO UN ILLEGGIBILE, PENSANDO AD ALCUNE TEORIE SULL'ESTINZIONE DEI DINOSAURI, QUANDO SENTO GRATTARE ALLA PORTA; SARA' BALU' MI SONO DETTO: BALU' E' IL GATTO DI LOLLO, CHE REGOLARMENTE ARRIVA, SI GUARDA ATTORNO, MI SBRINDELLA IL DIVANO CON LE UNGHIE E SODDISFATTO, SE NE VA;  HO FATTO FINTA DI  NIENTE... MA LA GRATTATA SI FACEVA SEMPRE PIU' INSISTENTE... BALU' VATTENE, OGGI NIENTE ISPEZIONE! .
NON ERA BALU'.
ERA... BOH... QUESTO BOTOLO, CON LE ORECCHIE BASSE CHE MI GUARDAVA DALLA SOGLIA: FAMMI ENTRARE, SEMBRAVA CHE MI DICESSE CON GLI OCCHI; E NON HA ATTESO NEMMENO CHE MI RIPRENDESSI DALLO STUPORE E QUINDI, UNA RISPOSTA, CHE E' SCHIZZATO IN CASA COME UN FULMINE, PIAZZANDOSI IN CUCINA;
HEI, BOTOLO, COME TI CHIAMI?  GLIEL'HO CHIESTO PERCHE' E' SEMPRE LA PRIMA COSA CHE SI CHIEDE AD UN ANIMALE, NO? LINO... CE L'AVEVA SCRITTO SULLA TAVOLETTA. EBBENE, LINO IL CAGNOLINO S'E' INFILATO IN CASA MIA ED HA COMINCIATO A FAR CASINO... NON STAVA FERMO UN SECONDO E ALLORA GLI HO SBUCCIATO UNA MELA E GLI HO LETTO LA PAGINA 102 DELL'ILLEGGIBILE... NON HA FATTO LE FUSA PERCHE' NON E' UN GATTO, PERO' SI E' ADDORMENTATO .
DOMATTINA, GLI HO DETTO QUANDO SI E' SVEGLIATO, TI PORTO DA EMMA E STARAI CON LEI; IO NON POSSO TENERE CANI, NON PIU'.
LUI MI HA GUARDATO ED HA APERTO LO SPORTELLO LATERALE FACENDOMI VEDERE IL SUO CUORE ED HA COMINCIATO A SALTARE... ERA CONTENTO.
DOMANI EMMA, CHE FORSE E' GIA' OGGI, AVRA' UN CUCCIOLO DI BOHTOLO, UN CAGNOLEGNO DI NOME LINO, DA TENERE IN CAMERETTA.
NIC


sabato 17 novembre 2012

BUONI PER IL FALO'




Le avevo disegnate uno o due giorni prima, allora forse si spiega questa storia, perché quando disegno instauro con “lui” un rapporto intimo, a volte anche più profondo… passeggiavo sulla spiaggia saracena, sotto un cielo piuttosto cupo, avaro d’ombre, ma i cui chiaro scuri lasciavano spazio ai giochi delle forme. Mi piace la spiaggia stracolma di relitti: chissà da dove vengono? Mi chiedo sempre; e in mezzo a tronchi con la parrucca, canneti suicidi pronti al grande falò ripulitore, scarpe e ciabatte spaiate col solo ricordo della loro ultima impronta calcata, cercavo qualcosa senza sapere cosa, sicuramente detriti, gli ultimi, quelli che nessuno vuole e attendono rassegnati di condividere con  i canneti la stessa sorte.
Tutti cercano forme fatte e radici col pedigri e nessuno, se non pochi noiosi esemplari di bipedi, si curano dei detriti da fuoco della decenza e del decoro: che noia questa storia… beh, passeggiavo sulla spiaggia, con lo sguardo rivolto a terra, come un cercatore di funghi, quando una voce un po’ sgarbata ha detto: Hei, ase! Aseeee! Mi sono fermato ed ho guardato attorno: c’ero solo io (una trentina di metri più in là c’era un canemammut con la sua padroncina, intento ad erigere un monumentale torrione di cacca con tanto di guglia a svirgolo) e intanto, alla prima maleducata, s’era aggiunta un’altra voce più acuta: vieni qui Ase! Fanculo, ho detto ad alta voce e loro di rimando: stai cercando noi, somaro dalle orecchie pelose! Istintivamente mi sono toccato le orecchie, mentre sentivo quelle impertinenti ridacchiare come due oche; mi sono avvicinato: sotto una riccia chioma fluente di radice nonsocosè, stavano nascoste due tavolette di legno, una un po’ bruciacchiata nel culo e loro erano lì dentro e mi aspettavano: finalmente tanardo di un ase, ce l’hai fatta a trovarci! Tu hai le chiappe bruciate? Ho detto alla gazza e lei: fatti i cazzi tuoi! bel rapporto aperto, mi sono detto.
A casa le ho liberate ed ho dovuto fare in fretta perché non sopportavo più la loro insolenza: fai questo, fai quello, quest’altro mettilo qui e quello incollalo là… una upupa colorata e una nera e bella gazza.
Petulanti come galline e rumorose come oche, ma bellissime e inseparabili. Si sono incontrate tra le onde in tempesta, una esperienza che unisce.
Ed io le ho accontentate suggellando quella bizzarra quanto meravigliosa amicizia, in modo che, anche distanti, siano l’una complementare all’altra.



martedì 13 novembre 2012

TUTTO TESTA ... seguito


Camminava Tuttotesta
per le vie del suo paese
con le scarpe della festa
e il sorriso assai cortese

















era in cerca di un sorriso
che gli scaldasse il cuore e il viso
ma la gente lo evitava
dell'indifferenza ormai era schiava

quindi a casa lui tornò
e allo specchio si guardò
Tuttotesta si sorrise
e una lacrima piano scese



poi il suo cuore prese in mano
e con dolcezza gli parlò:
com'è possibile che faccia
tanto male?

il cuore a lungo lo guardò
chiuse gli occhi 
e con un sorriso gli rispose:
non lo so!



martedì 6 novembre 2012

PIASTRELLE... seguito


Una sera assai serena
con la luna appena sorta
nella casa tutta storta 
si prepara una gran cena

Pentoloni e pentolini
che borbottano sul fuoco
con il mestolo del cuoco
vanno al ritmo di Metheny

Intanto fuori nel giardino
per quei suoni affascinanti
sono giunti due viandanti
dal boschetto del Peschino

                                                                                                         
                                                                                                         
Accidenti!
Non è questa la storia
la storia di quella sera
è ben altra
tanto strana quanto vera
che racconta di due amici
dalla sorte avvicinati
e della loro fuga
prima d'esser cucinati

Scappa via dalla cucina
di quello gnomo matto
ecco polpo e calamaro 
il bel salto l'hanno fatto

Passando dall'azzurro
e attraversando l'arancione
hanno preso il volo
con un carpiato nel bidone






Il cuoco matto
che cuoceva le frittelle
non s'è accorto del trambusto
di quei due dentro quel fusto
che ridevano a crepapelle

Poi piano piano
sono scivolati fuori
con l'agilità
di due giaguari






e seguendo le istruzioni
tessute da quel ragno
la strada hanno percorso
che conduceva al bagno


Su quel sentiero di piastrelle
ben più lungo del previsto
hanno trovato un gioco strano
che non avevano mai visto




Infine stanchi
e un pò provati
al buffo pozzo bianco
sono arrivati

Ed ora con coraggio
un altro tuffo da campione
dentro quel tubo strano
che chiamano sifone

Perché il polpo lo sa
ne è ben certo
alla fine di quel tubo
c'è sicuro il mare aperto











E lo gnomo?

Beh, un pò seccato
dal finale inaspettato
chiese al sarto suo vicino
un vestito d'arlecchino
variopinto e colorato
come le piastrelle che ha posato.